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FUORI delle RIGHE

tommaso

... Pace a voi Gv 20,19.21.

Essendo, dunque, la sera, quel giorno, il primo della settimana, ed essendo chiuse le porte dov'erano i discepoli, per paura dei Giudei, venne Gesù e stette in mezzo e dice loro: "pace a voi!".

Nel giorno della resurrezione Gesù, ai suoi discepoli porta il dono della pace.

Il saluto è quello di sempre, ma questa volta assume un significato diverso, per questo Giovanni lo riporta per ben tre volte. Per poter intuire il significato di questo saluto occorre tornare indietro, durante la cena d'addio (Gv 14,27) quando Gesù dice: "Pace lascio a voi, la mia pace do a voi. Non come il mondo la dà io ve la dò". Questa Pace non è come quella del mondo che affannosamente cerca la pace ma lo fa con strumenti che gli sono contrari... non è possibile vincere la pace con la guerra. Si potrà raggiungere una certa pacificazione, un equilibrio tra forze diverse, pronte sempre a saltare.
La Pace che Gesù ci porta è il frutto stesso dell'evento pasquale della sua morte e resurrezione, di quella morte che è amore, perdono per i persecutori e nemici, che è totale abbandono alla volontà del Padre.

... Allora disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha inviato me, anch'io mando voi".

Gesù, ripete lo stesso dono della Pace e lo lega all'invio dei suoi discepoli che ricevono stesso suo mandato.

Dunque non possiamo immaginare di avere un percorso diverso per cogliere il dono della Pace se non passando attraverso l'evento Pasquale, quel mistero di morte e di resurrezione che concretamente attualizza quella parola di Gesù: "Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna". (Gv 12,25)

Soltanto le armi del perdono e della misericordia potranno portarci alla pace, soltanto nella disponibilità a "perdere" la vita è possibile ottenerla. Non abbiamo altro scampo, non ci è data altra via se non quella della Pasqua.

E otto giorni dopo, erano di nuovo dentro i suoi discepoli e Tommaso era con loro. Viene Gesù a porte chiuse e stette in mezzo e disse "Pace a voi!"

Quindi dice a Tommaso: "porta il tuo dito qui e vedi le mie mani e porta la tua mano e gettala nel mio finaco, e non divenire incredulo ma credente"

Quel Tommaso che voleva vedere e toccare adesso è presente, anche lui riceve quel saluto di pace, ma anche un invito a vedere e toccare, e insieme l'invito a non diventare incredulo, ma a diventare credente.

Tommaso è nel mezzo tra il credere ed il non credere... basta poco per scivolare da una o dall'altra parte. Un po' come tutti noi credenti in teoria e per convinzione, ma incapaci a cedere le nostre opinioni, i nostri percorsi, le nostre prospettive. Con un piede nella Chiesa ed uno da un'altra parte, con un occhio al vangelo ed uno chissà dove.

Gesù ci invita a mettere il dito dentro la sua mano, a gettare la mano nel suo fianco, Gesù ci invita ad entrare dentro di lui (e cos'è l'Eucarestia e la Comunione se non questo?) ad entrare nel suo corpo per amare come lui ama.

18.04.2004